La disfunzione erettile dell’aging male (invecchiamento maschile)

disfunzioni erettili

L’invecchiamento è il prezzo che tutti noi paghiamo per vivere a lungo. Aging, stress ossidativo e muscolatura liscia. Mentre l’alternativa all’invecchiamento è un’opzione meno attraente, ciò che clinicamente ci colpisce di più durante questo processo di invecchiamento sono gli effetti negativi sulla muscolatura liscia in tutto il nostro corpo. Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di entrare nella mezza età o, meglio ancora, nella senescenza, sa quanto questo sia vero.

In questa fascia di età insorgono svariate malattie come l’ipertensione, il reflusso gastroesofageo, la vescica iperattiva, l’ipermetropia, la stipsi, l’ostruzione urinaria e il più temuto di tutti i sintomi correlati con l’invecchiamento che possono affliggere un uomo, la disfunzione erettile (DE).

Tutte queste condizioni hanno essenzialmente una cosa in comune: la muscolatura liscia in quel tessuto non funziona in modo ottimale. Il motivo principale di queste disfunzioni associate con l’invecchiamento è che la massa muscolare liscia, o almeno parte di essa, all’interno di ciascuno di questi tessuti ha iniziato a subire il processo di apoptosi (morte cellulare programmata) e la sua sostituzione con tessuto fibroso.

Il momento in cui questa apoptosi della muscolatura liscia correlata con l’invecchiamento comincia a verificarsi in un individuo, in particolare nel pene, si presume essere geneticamente predeterminata.

In alcuni uomini, può verificarsi nella terza-quarta decade di vita, mentre in altri può non manifestarsi fino ad età avanzata. Dai dati del Massachusetts Male Aging Study (MMAS) si evince che il 20% degli uomini tra i 20 ed i 30 anni hanno una qualche forma di disfunzione erettile e questa prevalenza aumenta di circa il 10% per decennio in modo tale che un uomo di 50 anni ha circa un 50 % di possibilità di avere qualche problema con la sua funzione erettile mentre uno di 70 anni avrà una probabilità di circa il 70%. Il principale colpevole di questo invecchiamento apoptosi correlato sembra essere lo stress ossidativo.

Lo stress ossidativo è principalmente un sottoprodotto del metabolismo e poiché noi tutti viviamo grazie ai processi metabolici, l’ossidazione alla fine prevarrà sempre, nonostante la presenza di tutti i sistemi antiossidanti all’interno dei mitocondri e, nonostante tutti gli anti-ossidanti che possiamo inserire nella cellula.

Questo spiega perché diminuire l’apporto calorico, che diminuisce essenzialmente il metabolismo, è l’unico meccanismo noto che ha dimostrato di aumentare la longevità.

Età e sessualità

Uomini e donne vivono più a lungo e sono più sani sino a tarda età. Come conseguenza di ciò molte coppie anziane continuano a godere dell’intimità e della sessualità. La maggioranza dei maschi rimane sessualmente attiva anche dopo i 70 anni. Un grande studio di popolazione condotto in Germania ha dimostrato che un’attività sessuale almeno settimanale era presente nel 66.1% dei soggetti con età 60-69 anni e nel 41.5% tra 70 e 80 anni. La sessualità era considerata una componente fondamentale della qualità della vita.

La percentuale di maschi che non è soddisfatta dalla propria vita sessuale aumenta in relazione all’età. Nello stesso studio, l’insoddisfazione nei confronti della attività sessuale era presente tra il 31.3 ed il 44% in tutti i gruppi di età esaminata.

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Il processo di invecchiamento provoca modificazioni fisiche, che possono influire sulla risposta sessuale. Alcuni uomini notano che impiegano più tempo ad eccitarsi ed a ottenere l’erezione, che è meno rigida. Può essere necessaria una maggiore e più lunga stimolazione del pene. Il periodo refrattario tra le erezioni diviene più lungo e la sensazione orgasmica meno intensa. Il volume dell’eiaculato diminuisce e vi può essere un ritardo nel raggiungimento dell’eiaculazione. Il desiderio può ridursi.

Anche le malattie, che divengono più frequenti con l’età, e le terapie (farmacologiche e/o chirurgiche) possono interferire con l’attività sessuale, sia direttamente sia indirettamente a livello psicologico. Si può verificare un cambiamento nella struttura della relazione di coppia. La maggior barriera nell’affrontare le disfunzioni sessuali correlate con l’età è l’atteggiamento nei confronti del problema. Un errore culturale ha creato lo stereotipo dell’anziano come asessuato, privo di sentimenti ed emozioni. Alcuni uomini anziani e le loro partner accettano la perdita della funzione erettiva come un evento necessario dell’invecchiamento. Molti altri sono insoddisfatti e percepiscono ciò come una grave alterazione della loro qualità della vita. D’altra parte si deve considerare normale che uomini e donne continuino ad avere una vita sessuale attiva sino ad età avanzata e non si deve negare una terapia per le disfunzioni sessuali solo a causa dell’età. Il coinvolgimento di più organi e sistemi (sistema nervoso, sistema vascolare, ormoni) nella fisiopatologia della funzione sessuale ci fa comprendere l’importanza di qualsiasi alterazione a questi diversi livelli.

Sessualità e malattie

La salute sessuale è lo specchio della salute maschile. Diabete, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, disfunzione erettile, ipogonadismo (carenza di ormoni sessuali maschili), depressione ed iperplasia prostatica benigna sono sempre più frequenti nei maschi con l’avanzare dell’età. Le ricerche più recenti hanno dimostrato che tra queste diverse situazioni esistono dei forti legami associativi. Sappiamo che la patogenesi di molti di questi problemi è simile (per esempio malattie cardiovascolari e Disfunzione Erettile [DE]). Molti studi hanno dimostrato che le disfunzioni sessuali e l’ipogonadismo (deficit degli ormoni sessuali) possono essere fattori predittivi precoci di malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica, depressione ed IPB.

 

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E’ stato dimostrato, inoltre, che la disfunzione erettile (DE) si comporta come un marcatore predittivo delle complicazioni CV dell’ipertensione e della sindrome metabolica. L’ipogonadismo, a sua volta, predice molti anni prima ed aumenta più di 2 volte la probabilità di sviluppare lo sviluppo di un diabete tipo II.

Le nuove conoscenze sulla disfunzione endoteliale, che è uno degli elementi comuni a tutte le alterazioni del sistema vascolare, rinforza la necessità di una ampia valutazione “olistica” della popolazione maschile che invecchia piuttosto che di un approccio settoriale. Le disfunzioni sessuali, che vanno considerate sintomi, e non malattia, forniscono l’opportunità di diagnosticare le altre alterazioni prima che si siano manifestate e di modificare i comportamenti del paziente per migliorarne la salute.

Un largo studio condotto in 6 paesi (USA ed Europa) sulla salute di 30000 maschi tra i 20 ed i 75 anni ha confermato una forte associazione della disfunzione erettile (DE) con l’età. Solo il 25-33% definiva il proprio stato di salute eccellente. Le probabilità di avere disfunzione erettile (DE) raddoppiavano ed addirittura triplicavano o quintuplicavano tra chi si definiva rispettivamente in buona, discreta o cattiva salute. Tra questi soggetti l’ipertensione, la dislipidemia, le malattie cardiovascolari ed il diabete erano fortemente correlati con la gravità della disfunzione erettile (DE).

Negli animali da esperimento la disfunzione erettile (DE) precede la comparsa dell’ipertensione, perciò potrebbe esserne un segno predittivo precoce. In effetti numerosi studi sugli ipertesi oltre a dimostrare che la maggioranza di essi aveva disfunzione erettile (DE), evidenziarono che l’associazione di ipertensione e disfunzione erettile (DE) comporta un rischio maggiore di sviluppare le complicazioni dell’ipertensione (infarto, ictus cerebrale). E’ stato dimostrato, infatti, che la disfunzione erettile (DE) di per se stessa è in grado di predire, con un anticipo di 10 anni, la comparsa di una malattia coronarica. Infatti le probabilità di sviluppare la malattia, entro 10 anni, raddoppiano nei maschi con DE rispetto chi ne è esente. Similarmente la DE all’età di 30-35 anni aumenta di 3 volte le probabilità di avere un diabete. La DE, inoltre, è un fattore predittivo precoce di sviluppare la sindrome metabolica particolarmente nei soggetti che non sono in sovrappeso: le probabilità che ciò accada nei successivi 8 anni sono raddoppiate.

Disfunzione erettile

La Disfunzione Erettile (DE) è un problema comune, di cui è affetto almeno 1 uomo su 10. Purtroppo solo il 10% di chi ne soffre riceve attualmente una terapia. Il numero dei maschi che soffrono per la DE aumenta con l’età. Ma oltre alla prevalenza della DE, con l’età aumenta anche la severità. Uno studio italiano, frutto della collaborazione tra Medici di Medicina Generale ed Andrologi, prendendo in esame 2.010 soggetti rappresentativi della popolazione italiana, documentò che la DE era presente nel 15.7%, tra 50 e 59 anni, nel 26.8 % tra 60 e 70 e nel 48.3% oltre i 70 anni.

Per Disfunzione Erettile si intende la “persistente o ricorrente incapacità ad ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per completare in maniera soddisfacente un rapporto sessuale o un’altra attività sessuale”.

Sino a 20 anni fa si pensava che i fattori psicologici fossero responsabili della maggior parte dei casi di disfunzione erettile (DE). Oggi sappiamo che fattori organici sono la causa del 75% dei casi di DE. E’ altrettanto vero che nella maggioranza dei casi fattori psicologici sono presenti come concausa.
Nella DE da causa organica il problema in genere tende a presentarsi gradualmente e si verifica con ogni tipo di attività sessuale. Fra le cause di DE organica sono più frequenti il deficit di afflusso di sangue nel pene, l’eccessivo deflusso di sangue dal pene (fuga venosa) e, meno frequentemente, malattie neurologiche, disordini ormonali, effetti collaterali di farmaci, alcoolismo e sostanze di abuso, diabete, fumo, dislipidemia o malattie croniche gravi.

Sessualità ed ipertrofia prostatica

Particolarmente interessante è la relazione tra la sessualità e l’ipertrofia prostatica benigna, che si manifesta molto frequentemente negli uomini dell’età matura ed avanzata. La disfunzione erettile (DE), infatti, presenta una relazione lineare con i disturbi urinari da iperplasia prostatica benigna ed è correlata con la loro severità.

Il grado di soddisfazione sessuale, la libido e la disfunzione eiaculatoria (riduzione e dolore) sono correlati con i disturbi urinari e il maggior volume prostatico. Il trattamento dei disturbi da iperplasia prostatica benigna con farmaci α1-litici comporta anche un miglioramento della funzione sessuale globale. Le Linee Guida Italiane sull’Ipertrofia prostatica benigna hanno stabilito che in presenza di disturbi urinari da iperplasia prostatica di grado severo e/o insorti da lungo tempo è raccomandato valutare e considerare tutti gli aspetti della sessualità.

Ormoni sessuali

Con l’invecchiamento si ha una diminuzione dei livelli di testosterone, il principale ormone sessuale maschile. Un basso tasso di testosterone è stato associato con lo scadimento delle funzioni cognitive e della salute generale e sessuale negli uomini che invecchiano. Recentemente i bassi livelli di testosterone sono stati correlati con la sindrome metabolica ed il diabete tipo II, che, a loro volta sono associati alle malattie cardiovascolari. Studi, protratti nel tempo, su una numerosa popolazione maschile dimostrano un netto aumento della mortalità in generale e, specificamente di quella da malattie cardiovascolari, in uomini anziani e di mezza età che hanno bassi livelli di testosterone.

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